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Il Blog di Instant Websites
Velocizzare il sito? Attenzione …
La diffusione enorme conquistata nel web dai CMS (Content Management Systems ovvero Sistemi di gestione dei contenuti) negli ultimi anni non è stata priva di conseguenze negative.
Se da un lato, infatti, è diventato relativamente più semplice costruire siti complessi e con funzionalità interattive e soprattutto mantenerli aggiornati, anche a cura del cliente finale, il prezzo da pagare è stato rappresentato da una minore velocità o addirittura da una più o meno marcata lentezza nel caricamento delle pagine.
Tecnicamente il motivo è molto semplice: mentre un sito statico richiede il semplice caricamento del codice delle pagine ed eventualmente l’esecuzione di JavaScript, un sito dinamico comporta l’intervento del server applicazioni (PHP) e soprattutto di un database (MySQL) al quale vengono effettuate una serie di query o “chiamate”.
Maggiore è il numero di query e più tempo le pagine impiegheranno a caricarsi, soprattutto nel caso di server non particolarmente performanti, obsoleti e/o sovraccarichi.
L’aumento del tempo di caricamento di un sito influisce negativamente sul suo posizionamento nei motori di ricerca, tecnicamente chiamato SEO Ranking.
Esistono numerosi strumenti online che assegnano un punteggio da 0 a 100 ai siti in base a tale parametro, il più importante dei quali è Google PageSpeed Insights.
Ecco quindi che la maggiore o minore velocità di caricamento delle pagine acquista un’importanza che va al di là della semplice fruibilità dei contenuti, fermo restando che questa ha comuque rilevanza: l’attenzione dei visitatori deve essere conquistata e mantenuta non solo tramite contenuti interessanti e pertinenti ma anche evitando loro attese esagerate prima di visualizzarli.
Vediamo dunque, brevemente, quali sono i fattori che incidono positivamente sulla velocità di caricamento con particolare riferimento ai siti dinamici basati su CMS.
Uso dei template nei CMS
La personalizzazione grafica di un’installazione di WordPress, Joomla! o altro CMS (Content Management System, Sistema di gestione dei contenuti) può avvenire in uno dei modi seguenti:
- Utilizzo di un tema grafico compreso nel pacchetto di installazione (per WordPress: Twentyfifteen, Twentfourteen ecc.)
- Utilizzo di un tema gratuito dal repository ufficiale del CMS (per WordPress: https://wordpress.org/themes/)
- Creazione di un tema “figlio” o child theme dei suddetti o di altri temi
- Utilizzo di un template a pagamento acquistato su un sito specializzato
- Sviluppo di un tema originale da zero
Ognuna di queste soluzioni comporta vantaggi e svantaggi.
Escludiamo, ai fini della nostra analisi, le scelte “limite” – per così dire – e cioè 1, perché troppo banale, e 5 perché oggettivamente molto complesso.
Tralasciamo per il momento anche la scelta 3 che sarà ragionevolmente oggetto di un articolo specifico nel prossimo futuro.
Concentriamoci perciò sul caso in cui lo sviluppatore del sito opti per l’utilizzo di un template reperito nel repository ufficiale del CMS adottato ovvero acquistato su uno dei numerosi siti-mercato.
Alcuni potrebbero erroneamente pensare che l’uso di un template pronto costituisca una soluzione “out of the box“, in altri termini: basta applicare il tema ed ecco che la piattaforma funziona alla perfezione ed il sito è pronto.
Ciò non corrisponde alla realtà fattuale: d’altronde anche solo la corretta installazione del CMS costituisce procedura tutt’altro che immediata, inoltre ci sono numerose avvertenze ed accorgimenti che debbono essere messi in pratica sia nella scelta del template, sia nella sua implementazione.
Le osservazioni che seguono si rivolgono idealmente agli sviluppatori, in quanto presuppongono la conoscenza di HTML, CSS ed almeno le nozioni base di PHP e Javascript (e magari Bootstrap e qualcos’altro!) ma in buona parte sono valide anche per i semplici utilizzatori “avanzati”:
CMS: siti “fai-da-te”?
Uno degli aspetti ai quali i nostri clienti assegnano spesso importanza, nel discutere il progetto di un sito web, è la possibilità di aggiornarne i contenuti in autonomia.
Ciò deriva alcune volte da cattive esperienze pregresse, con web agency e sviluppatori che impiegano troppo tempo e chiedono troppo denaro per modifiche anche di modesta entità, oppure dall’intento di prevenire situazioni di questo tipo.
La soluzione è costituita dunque dai cosiddetti CMS o Content Management Systems (Sistemi di gestione dei contenuti) tra i quali i più diffusi sono WordPress – più semplice da gestire ma meno sofisticato di altri – e Joomla!, per il quale sono disponibili delle estensioni (moduli aggiuntivi) che consentono funzionalità anche complesse ed avanzate; oltre a questi ce ne sono ulteriori costruiti per utilizzi specifici, come ad esempio OpenCart o OSCommerce per l’e-commerce ecc.
L’interrogativo che ci si pone qui è se i CMS siano idonei per la costruzione di siti “fai-da-te” cioè da parte di persone che non abbiamo competenze specifiche in materia.