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Il Blog di Instant Websites
Velocizzare il sito? Attenzione …
La diffusione enorme conquistata nel web dai CMS (Content Management Systems ovvero Sistemi di gestione dei contenuti) negli ultimi anni non è stata priva di conseguenze negative.
Se da un lato, infatti, è diventato relativamente più semplice costruire siti complessi e con funzionalità interattive e soprattutto mantenerli aggiornati, anche a cura del cliente finale, il prezzo da pagare è stato rappresentato da una minore velocità o addirittura da una più o meno marcata lentezza nel caricamento delle pagine.
Tecnicamente il motivo è molto semplice: mentre un sito statico richiede il semplice caricamento del codice delle pagine ed eventualmente l’esecuzione di JavaScript, un sito dinamico comporta l’intervento del server applicazioni (PHP) e soprattutto di un database (MySQL) al quale vengono effettuate una serie di query o “chiamate”.
Maggiore è il numero di query e più tempo le pagine impiegheranno a caricarsi, soprattutto nel caso di server non particolarmente performanti, obsoleti e/o sovraccarichi.
L’aumento del tempo di caricamento di un sito influisce negativamente sul suo posizionamento nei motori di ricerca, tecnicamente chiamato SEO Ranking.
Esistono numerosi strumenti online che assegnano un punteggio da 0 a 100 ai siti in base a tale parametro, il più importante dei quali è Google PageSpeed Insights.
Ecco quindi che la maggiore o minore velocità di caricamento delle pagine acquista un’importanza che va al di là della semplice fruibilità dei contenuti, fermo restando che questa ha comuque rilevanza: l’attenzione dei visitatori deve essere conquistata e mantenuta non solo tramite contenuti interessanti e pertinenti ma anche evitando loro attese esagerate prima di visualizzarli.
Vediamo dunque, brevemente, quali sono i fattori che incidono positivamente sulla velocità di caricamento con particolare riferimento ai siti dinamici basati su CMS.
Enel? macchè: hackers!
ATTENZIONE!!!!!!!!!!
Se ricevete una e-mail che comincia con:
“Gentile Cliente,
non abbiamo ricevuto i pagamenti delle fatture scadute n.4952232420, 4533084575, per un totale di Euro 455.00.
(…)”
NON scaricate né men che meno aprite l’allegato che è un file in formato Excel con macro, le quali possono essere infettate da virus.
Questa e-mail è più astuta del solito perché non contiene un link cliccabile, che porterebbe ad una pagina costruita ad hoc per carpire i vostri dati personali e della carta di credito.
Si conferma ancora una volta che la gestione della posta elettronica deve essere effettuata mantenendo al massimo il livello di attenzione ed esaminando sempre le e-mail ricevute, soprattutto quelle contenenti allegati.
Breve guida al controllo dello spam
Il problema dello spam (posta indesiderata) ha assunto livelli critici e non ci sono indicazioni che facciano sperare in un miglioramento della situazione, anzi, è presumibile che essa peggiori costantemente.
Tra le e-mail pubblicitarie e quelle pirata con un falso mittente (leggere al riguardo questo articolo), si ricevono ogni giorno numerosi messaggi che vanno dallo sgradito al potenzialmente pericoloso, soprattutto se il proprio indirizzo e-mail è pubblicato su uno o più siti sulla Rete ed è quindi facilmente acquisibile dai robot che inviano lo spam.
Prima di esporre alcune regole per affrontare questo problema, definiamo il significato delle espressioni “lato server” e “lato client”.
Posto che le e-mail viaggiano da un server all’altro, cioè dal server della posta in uscita del mittente al server della posta in entrata del destinatario, l’espressione lato server attiene a quanto accade appunto sul server di posta del maintainer (fornitore del servizio); l’espressione lato client, invece, si riferisce a quanto attiene alla gestione della posta da parte dell’utente sulla sua macchina, essendo il client il software da esso usato (Outlook, Thunderbird ecc.).
Gli interventi lato server da parte dell’utente sono limitati, solitamente, alla attivazione/disattivazione del filtro antivirus ed antispam e/o alla scelta del livello di “severità” di tale filtro.
Ciò consiste nell’impostare un filtro più o meno selettivo, tenendo conto che un livello molto basso potrebbe fare passare buona parte dello spam mentre un livello molto alto potrebbe bloccare anche e-mail che, pur avendo una o più caratteristiche giudicate sospette, spam non sono (si parla in questo caso in linguaggio informatico di “falsi positivi“).