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Il Blog di Instant Websites

Archivi del mese: Agosto 2008

IE: BRUTTO, VECCHIO E PERICOLOSO?

 

Internet Explorer: croce degli sviluppatori per il web

Ho letto recentemente un articolo riportante un’indagine condotta sull’utilizzo dei vari browser e sulla frequenza con cui i rispettivi utilizzatori provvedono ad aggiornarli tramite update e patch.

L’esito dell’indagine non è affatto sorprendente, dal momento che gli utilizzatori di Firefox sono risultati i più “virtuosi”: oltre l’80% dispone della versione più aggiornata. All’opposto, gli utilizzatori di Internet Explorer, per i quali la percentuale in questione scende drammaticamente sotto il 50%.

Nulla di strano, dicevo: IE si trova di default in Windows, è adatto alle necessità del navigatore non sofisticato, inoltre il suo aggiornamento è possibile solo attraverso Windows Update e quindi nel contesto della marea di updates rilasciati con preoccupante frequenza da Microsoft.
Altra cosa per Firefox: chi vuole usarlo lo deve reperire e scaricare volontariamente, inoltre questo software è predisposto per aggiornarsi in automatico quando lo si avvia (se sono disponibili updates).

Insomma, diciamolo apertamente: IE è il peggior browser in circolazione poiché è il meno conforme alle raccomandazioni W3C (IE7 ha corretto solo parzialmente questa limitazione), è il più soggetto a falle di sicurezza, è quello più difficilmente aggiornabile dagli utenti.
E’ già disponibile la beta 2 di IE sul sito Microsoft e gli sviluppatori garantiscono che, finalmente, sarà pienamente conforme alle raccomandazioni W3C. In questo senso dovrebbe mettersi al pari di Firefox ed Opera, con quest’ultimo in particolare che già reagisce positivamente alle specifiche dell’imminente HTML5.
Non sarebbe male che con questa nuova versione, l’aggiornamento potesse avere luogo autonomamente e cioè non nel calderone di Windows Update, bensì con un meccanismo analogo a quello appunto di Firefox, Opera, Safari ecc.

Gli sviluppatori web si troveranno di fronte ad un altro dilemma: per quanto dovranno essere supportate le versioni precedenti di IE, una volta rilasciata la versione 8 finale?
Personalmente, in questa fase, io realizzo i miei siti in modo che funzionino sotto IE dalla versione 5 in poi (generalmente tramite fogli di stile aggiuntivi collegati tramite commenti condizionali) oltre che ovviamente sotto i browser rispondenti alle raccomandazioni. Continuo a pensare che là fuori ci sia qualcuno che una versione così datata del browser non provveda ad aggiornarla non per distrazione o disinteresse, bensì perché non può materialmente (ad esempio in un sistema aziendale non soggetto ad aggiornamenti). Ipotesi improbabile, mi rendo conto. Ma … consultando le statistiche mondiali sull’impiego dei browsers, qui: http://www.w3schools.com/browsers/browsers_stats.asp vedo che ancora qualcuno risulta usare IE5 e quindi, in Italia, la percentuale sarà anche maggiore.
Aspettiamo allora che esca questo benedetto IE8, speriamo che alla Microsoft non combinino pasticci e poi valuteremo.

Frames addio e tabelle … demoni da scacciare?

E’ notizia di questi giorni: HTML 5 non includerà più i tag relativi ai frames. Certo, gli sviluppatori già evitavano l’uso dei frames come la peste da tempo e quindi si tratterà semplicemente di una presa d’atto della obsolescenza di un dispositivo deprecabile per una serie di motivi molto concreti. Discorso chiuso. Non ci mancheranno.

Più complesso, invece, il discorso riguardante le tabelle. I puristi dei CSS hanno smesso di impiegarle per la realizzazione dei layout a favore dei più flessibili e precisi tag div ed anche l’impiego per il semplice inquadramento dei contenuti di pagina è considerato da taluni in maniera negativa.

Personalmente, credo che in questo – così come su quasi tutto … – sia preferibile trovare una posizione intermedia che tenga da un lato conto dello sviluppo tecnologico e della necessità di evitare le “zuppe di codice” e, dall’altro, permetta di adottare senza preclusioni di tipo quasi ideologico soluzioni tecniche semplici ed efficaci.

Io non uso più da tempo il tag table per realizzare dei layout. Da quando ho acquisito una buona pratica dei CSS-P, semplicemente non ne sento più il bisogno e oltretutto è chiaro che i fogli di stile consentono un controllo molto superiore dei layout complessi.

Quando però mi trovo a dovere inquadrare dei contenuti all’interno di un div definito tramite CSS, non disdegno l’uso delle tabelle se questa soluzione si prospetta come più semplice ed immediata.

A titolo di esempio, prendiamo una pagina con molte miniature fotografiche cliccando le quali si aprono delle altre pagine del sito. Se le foto sono soggette a frequente aggiornamento è preferibile usare una lista non ordinata debitamente formattata tramite CSS, come ho fatto in questa pagina: http://www.lebarbiedifulvia.it/html/barbies/fantasy.html (fra le molte per le quali ho usato questa soluzione). In tale modo è infatti possibile aggiungere immagini in qualsiasi punto della lista senza dovere spostare le altre, inoltre se la pagina ha dimensione elastica le miniature si riallineano in automatico (a ciascuna voce li dell’elenco si assegna un float: left; mentre a ciascuna immagine si applica la regola: display: block; per affiancarle). Se però non si prevedono aggiornamenti e soprattutto il tempo disponibile per sviluppare il codice è molto ristretto, è molto più facile usare una tabella ed inserire le miniature nelle singole celle: è forse una strada tecnicamente errata? Assolutamente no…

HTML 5 manterrà l’uso delle tabelle e questo può fare comodo. Quindi, se non ci sono controindicazioni e nemmeno limitazioni, usiamole senza paura dei … demoni.

Prezzo del software: etica dell’acquisto (e della vendita …)

Le statistiche che periodicamente vengono diffuse sulla pirateria informatica sono drammatiche, quantomeno a sentire i produttori di software. Pare quasi che nessuno acquisti i programmi e che tutti li usino copiati, magari scaricati da qualche motore di P2P.
Nel frattempo le software house ricorrono a soluzioni sempre più complesse per impedire il riutilizzo abusivo dei loro prodotti: tipicamente, attivazione online (e relativa disattivazione) in attesa che arrivino i tenutissimi chip in grado di individuare le copie tarocche installate.

Personalmente, non posso fare a meno di rilevare alcune circostanze e pormele come punti fermi, in alcuni casi, e come dubbi in altri:

1) il software è una creazione intellettuale e, come tale, deve essere protetto dalla legge. Chi vuole fornire un programma gratuitamente, lo può fare, ma chi intende venderlo è altrettanto legittimato a guadagnarci. Ne’ il software, ne’ la musica, “devono” essere gratuiti per definizione.
2) il prezzo del software è, in moltissimi casi, assolutamente spropositato. Questa certezza si ha, in particolar modo, con riferimento agli update e quando vengono rilasciate nuove versioni nelle quali più che aggiungere nuove funzionalità importanti, sono state operate modifiche di facciata (se non, addirittura, corretti dei bachi …).
3) quasi sempre mancano politiche di prezzi differenziati che agevolino determinate categorie, come ad esempio l’utenza non professionale in generale. La Microsoft e la Adobe, ad esempio, rilasciamo le famose licenze educational che spesso vengono usate come escamotage dagli acquirenti per ottenere una copia lecita ma più economica (lecita come provenienza ma, a quel punto, non come utilizzo, diciamolo apertamente). Un’eccezione a questa manzanza è rappresentata proprio dalla scelta di Microsoft di offrire il pacchetto Expression Web a prezzo ridotto a coloro i quali dispongano di una licenza di Adobe Dreamweaver. Mi sembra una buona strada da percorrere.
4) i meccanismi di protezione del software generano delle situazioni obiettivamente ingiuste. Io ad esempio ho acquistato un regolare pacchetto Adobe Creative Suite Web Standard, corrispondendo all’uopo circa 1.300 euri. L’ho installato ed attivato sul PC principale … solo che ho anche un portatile, che uso quando tengo i corsi in giro. Bene: non posso installare il mio pacchetto anche lì se prima non lo disattivo sul PC principale. A me non pare giusto: non sarebbe un’altra persona ad usarlo, per scopi diversi, bensì sarei sempre io. Perché non posso reinstallarlo? Dovrei forse acquistare licenze multiple, secondo la Adobe?

A conclusione dell’articolo voglio menzionare un caso particolare relativo al prodotto Sony Vegas Movie Studio 8, successore di Vegas Video 7. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un software per elaborazione video, di fascia medio-alta in quanto pur non raggiungendo la completezza di Premiere, risulta qualitativamente superiore alla maggior parte degli altri pacchetti presenti sul mercato.
Io ho avuto modo di testare Vegas Video 7 e di apprezzarne le qualità ma il prezzo era troppo alto perché io lo acquistassi (per uso personale).
Recentemente, Sony ha introdotto Vegas Movie Studio 8 e fissato un prezzo di vendita a partire da una trentina di euri per la versione base. Appena ho appreso questo, ho proceduto all’acquisto: ho una mia etica e, a fronte di un prezzo equo – diciamo pure conveniente – ritengo sia doveroso procedere a comprare una copia regolare, soprattutto in considerazione dell’uso professionale che ne avrei fatto (da quando sono diventato titolare di partita IVA).
Tutto bene … peccato che questa versione abbia una limitazione pesante, e cioè gestisca un massimo di 4 tracce video e 4 audio solamente. Troppo poco? Acquista la versione Pro e non avrai problemi … a parte che dovrai sborsare oltre 500 euri in più.

La mia personalissima conclusione: hanno ragione le case produttrici a combattere la pirateria e fanno bene ad auspicare che si sviluppi una maggiore etica personale negli acquirenti di software. Io penso che anche loro però dovrebbero fare la stessa cosa, nel rilasciare nuove versioni e nel fissare i prezzi. Probabilmente sono due utopie e le cose continueranno così come sono andate fino ad ora.

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