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Usabilità, siti “a prova di utonto” e siti “per utonti”
La norma ISO 9241-11:1998, poi aggiornata dalla ISO 9241-210:2010, definisce l’usabilità come:
“Il grado in cui un prodotto può essere usato da particolari utenti per raggiungere certi obiettivi con efficacia, efficienza, soddisfazione in uno specifico contesto d’uso” intendendo
- Efficacia come precisione e completezza con cui gli utenti raggiungono specifici obiettivi
- Efficienza come risorse impiegate in relazione alla precisione e completezza con cui gli utenti raggiungono specifici obiettivi
- Soddisfazione come libertà dal disagio e attitudine positiva con cui gli utenti raggiungono specifici obiettivi attraverso l’uso del prodotto.
Usabilità del web – Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Usabilit%C3%A0_del_web
Utonto (definizione personale): utente [del web] caratterizzato da scarsa esperienza e/o ridotte capacità nel consultare i siti Internet reperendo i contenuti desiderati in tempo ragionavolmente breve e con sforzi contenuti.
Per sintetizzare, a costo di semplificare in maniera un po’ grossolana, possiamo dire che l’usabilità sia la qualità di un sito o applicazione di essere facilmente navigabile e consultabile, grazie ad un buon sistema di navigazione e ad un ordinamento intelligente dei contenuti, mentre l’utonto … beh direi che il termine stesso – non necessariamente così dispregiativo come potrebbe apparire – lo spieghi adeguatamente.
Il web designer accorto deve tenere sempre conto dell’obiettivo di usabilità del sito; si badi che con il termine “designer” si indica tanto chi progetta il sito, la sua strutturazione e l’ordinamento dei contenuti, quanto colui il quale disegna materialmente le pagine del sito stesso.
La questione è: fino a quale punto bisogna … “abbassare l’asticella”, nel senso di mirare a rendere facile da usare il sito a visitatori che di web capiscono poco e si perdono facilmente?