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Categoria: Internet

Breve guida al controllo dello spam

SpamIl problema dello spam (posta indesiderata) ha assunto livelli critici e non ci sono indicazioni che facciano sperare in un miglioramento della situazione, anzi, è presumibile che essa peggiori costantemente.

Tra le e-mail pubblicitarie e quelle pirata con un falso mittente (leggere al riguardo questo articolo), si ricevono ogni giorno numerosi messaggi che vanno dallo sgradito al potenzialmente pericoloso, soprattutto se  il proprio indirizzo e-mail è pubblicato su uno o più siti sulla Rete ed è quindi facilmente acquisibile dai robot che inviano lo spam.

Prima di esporre alcune regole per affrontare questo problema, definiamo il significato delle espressioni “lato server” e “lato client”.

Posto che le e-mail viaggiano da un server all’altro, cioè dal server della posta in uscita del mittente al server della posta in entrata del destinatario, l’espressione lato server attiene a quanto accade appunto sul server di posta del maintainer (fornitore del servizio); l’espressione lato client, invece, si riferisce a quanto attiene alla gestione della posta da parte dell’utente sulla sua macchina, essendo il client il software da esso usato (Outlook, Thunderbird ecc.).

Gli interventi lato server da parte dell’utente sono limitati, solitamente, alla attivazione/disattivazione del filtro antivirus ed antispam e/o alla scelta del livello di “severità” di tale filtro.
Ciò consiste nell’impostare un filtro più o meno selettivo, tenendo conto che un livello molto basso potrebbe fare passare buona parte dello spam mentre un livello molto alto potrebbe bloccare anche e-mail che, pur avendo una o più caratteristiche giudicate sospette, spam non sono (si parla in questo caso in linguaggio informatico di “falsi positivi“).

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Tutto in homepage

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…

… la homepage dei siti era utilizzata come pagina di benvenuto e, spesso, conteneva solo una foto o un’animazione per lo più inutile oltre alle bandierine per la scelta della lingua (se il sito era sviluppato in due o più lingue).

Ovviamente la galassia era la nostra ed il concetto di “tanto tempo fa” è da intendersi in termini informatici, quindi diciamo tre lustri e forse meno.

I motori di ricerca non erano ancora perfezionati. Google basava l’indicizzazione su quanto veniva inserito dagli sviluppatori nei metatag di pagina, da cui l’abominevole pratica di infilare parole-chiave appetite dal web anche se non c’entravano con i contenuti (ricordate quando su eBay i titoli delle inserzioni erano del tipo “Cellulare cinese no iPhone” in modo tale da essere visualizzate da chi cercava, nell’esempio fatto, l’iPhone?).

I dispositivi mobili non erano ancora diventati gli strumenti irrinunciabili e tuttofare che abbiamo oggi perennemente nelle nostre mani: si avevano a disposizione delle connessioni di tipo primitivo, come il Wap, costose e lente; i monitor dei PC da tavolo avevano una risoluzione orizzontale di 1024px.

No, non ho nessuna intenzione di commentare qualcosa del tipo “bei tempi” anche se appartengo alla schiera di coloro i quali trovano assai preoccupante il rimbambimento della gente a cui assistiamo tutti i giorni, per colpa degli smartphone che sono diventati delle estensioni delle mani ma non del cervello.

Non erano bei tempi, erano solo tempi assai diversi da quelli attuali e le pratiche adottate dagli sviluppatori web erano molto più elementari – e semplici – di quelle attuali.
Prima dell’arrivo dei CSS, le strutture di pagina erano costruite con i frame e le tabelle e, naturalmente, l’unica preoccupazione che concerneva la risoluzione video era quella di scegliere se sviluppare contenitori larghi un migliaio di pixel (1024 meno lo spazio occupato dalla barra di scorrimento) oppure 800 per supportare i monitor meno recenti. Media Query? Figurarsi.

L’aumento vertiginoso della velocità delle connessioni, passando dai 14.4Kbps dei modem analogici alle connessioni digitali, unitamente al sorpasso in anni recenti degli smartphone sui laptop come strumento di accesso alla Rete, hanno fatto sì che i siti si ampliassero e modificassero, includendo sempre più contenuti multimediali.

In tutto questo contesto, descritto molto sommariamente – non è certo mia intenzione scrivere la storia di Internet! – il significato della homepage o front page, cioè della pagina iniziale del sito, è mutato profondamente.

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Usabilità, siti “a prova di utonto” e siti “per utonti”

Usabilità, siti a prova di utonto e siti per utonti

La norma ISO 9241-11:1998, poi aggiornata dalla ISO 9241-210:2010, definisce l’usabilità come:

Il grado in cui un prodotto può essere usato da particolari utenti per raggiungere certi obiettivi con efficacia, efficienza, soddisfazione in uno specifico contesto d’uso” intendendo

  • Efficacia come precisione e completezza con cui gli utenti raggiungono specifici obiettivi
  • Efficienza come risorse impiegate in relazione alla precisione e completezza con cui gli utenti raggiungono specifici obiettivi
  • Soddisfazione come libertà dal disagio e attitudine positiva con cui gli utenti raggiungono specifici obiettivi attraverso l’uso del prodotto.

Usabilità del web – Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Usabilit%C3%A0_del_web

Utonto (definizione personale): utente [del web] caratterizzato da scarsa esperienza e/o ridotte capacità nel consultare i siti Internet reperendo i contenuti desiderati in tempo ragionavolmente breve e con sforzi contenuti.

Per sintetizzare, a costo di semplificare in maniera un po’ grossolana, possiamo dire che l’usabilità sia la qualità di un sito o applicazione di essere facilmente navigabile e consultabile, grazie ad un buon sistema di navigazione e ad un ordinamento intelligente dei contenuti, mentre l’utonto … beh direi che il termine stesso – non necessariamente così dispregiativo come potrebbe apparire – lo spieghi adeguatamente.

Il web designer accorto deve tenere sempre conto dell’obiettivo di usabilità del sito; si badi che con il termine “designer” si indica tanto chi progetta il sito, la sua strutturazione e l’ordinamento dei contenuti, quanto colui il quale disegna materialmente le pagine del sito stesso.

La questione è: fino a quale punto bisogna … “abbassare l’asticella”, nel senso di mirare a rendere facile da usare il sito a visitatori che di web capiscono poco e si perdono facilmente?

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