Cell. +39 3479684755

Il Blog di Instant Websites

Categoria: Corsi e formazione

Corso di WordPress

Impara ad usare il CMS più diffuso del web

I CMS (“Content Management System” o Sistemi di gestione dei contenuti) sono utilizzati molto di frequente nella realizzazione dei siti per via di alcuni indubbi vantaggi che presentano, primo fra tutti l’aggiornabilità dei contenuti da parte dell’utente finale al quale non vengono richieste conoscenze di HTML o CSS.

WordPress ha assunto da qualche tempo un ruolo dominante nel campo dei CMS grazie alla sua relativa semplicità d’uso, superiore a quella di altri sistemi come ad esempio Joomla!

Il programma del corso

Il corso comprende le seguenti aree:

  • Premessa sui CMS (Content Management System)
  • Perché scegliere WordPress
  • Installazione ed ottimizzazione
  • Impostazioni di base
  • Gerarchia degli utenti
  • Tipi di contenuto e loro gestione
  • I plugin: generalità e plugin consigliati
  • I template e loro customizzazione
  • Aggiornamenti e backup
  • Possibili problemi e loro risoluzione

Nota importante: il maggiore o minore approfondimento di alcune aree a carattere tecnico del programma, dipenderà dalle conoscenze del discente in materia di HTML, CSS e PHP.
Il corso è comunque idoneo anche per il neofita totale.

Perché partecipare a questo corso?

WordPress è uno strumento che può essere utilizzato sia da persone competenti di HTML, CSS e PHP le quali potranno effettuare customizzazioni estese, sia da neofiti che desiderano imparare a creare e mettere in linea siti dinamici senza dovere scrivere neppure una linea di codice:

  • se lavori già nel campo del web design e della creazione dei siti, imparerai ad usare e personalizzare il CMS (Content Management System) più popolare e diffuso nel web e molto gradito ai clienti per la possibilità di intervenire sui contenuti in autonomia, a differenza dei siti statici;
  • se invece non hai conoscenze in materia, imparerai a maneggiare uno strumento che permette la realizzazione di siti Internet completi ed eleganti, senza le limitazioni ed i compromessi dei programmi automatici di generazione dei siti.

Hai domande?

Se hai domande, curiosità o dubbi, puoi contattarci senza impegno telefonicamente o via e-mail (vedi la pagina contatti).
Possiamo anche organizzare un incontro di persona, naturalmente senza alcun impegno da parte tua, nell’ambito del quale discutere tutti i dettagli riguardanti il corso.

WordPress – ottimizzazione di wp-config.php

L’installazione di WordPress, il CMS più popolare e diffuso al momento, può essere effettuata manualmente oppure attraverso appositi script nell’area di gestione dell’hosting, il più popolare dei quali è Scriptacolous.

Per quanto riguarda la prima modalità, è possibile ed opportuno effettuare alcune modifiche al file wp-config.php che si trova nella cartella principale del pacchetto e contiene i parametri di base dell’installazione, a partire dai dati relativi al database.

Modificando questo file prima di caricarlo online ed avviare l’installazione, è possibile impostare tale parametri, alcuni dei quali richiederebbero procedure complesse per essere modificati in un momento successivo.

Vediamo quali sono le ottimizzazioni consigliate:

1) Prefisso delle tabelle

In un’installazione standard, le tabelle create nel database hanno come prefisso wp_ (a meno che lo script di installazione messo a disposizione dal fornitore di hosting sia impostato in modo tale da creare un prefisso diverso ad ogni installazione).
L’utilizzo del prefisso standard è considerato rischioso poiché l’hacker che dovesse cercare di accedere al server partirebbe da una base nota.
Va detto che questo elemento non è di certo quello più rilevante, nel senso che di solito i pirati informatici sfruttano altri tipi di debolezze per conquistare l’accesso alla piattaforma; trattandosi però di un intervento che non costa alcuna fatica, tanto vale metterlo in pratica.
Il prefisso delle tabella può contenere solo lettere, numeri e l’underscore; una lunghezza di 8/10 caratteri è più che adeguata.

Nel file wp-config.php avremo dunque qualcosa di simile:

$table_prefix = 'wp_jnh_2019';

Rammentiamo che l’uso di prefissi di tabella differenziati è requisito indispensabile per utilizzare 1 database per 2 o più installazioni di WordPress, pratica non consigliata ma accettabile in caso di siti non molto esigenti in termini di risorse.

Notiamo inoltre che è possibile modificare il prefisso delle tabelle successivamente all’installazione del pacchetto, tramite alcuni plugin di firewall e sicurezza del sito.
Si tratta però di operazioni non prive di rischi, onde per cui qualora si proceda in tale modo è necessario disporre di un backup aggiornato del database.

A proposito di siti WordPress e hacker, leggi questi articoli: https://lnx.instantwebsites.it/iwblog/?p=1851 e https://lnx.instantwebsites.it/iwblog/?p=1876

Continua a leggere

Introduzione a flexbox

Introduzione a flexbox

La proprietà flexbox, introdotta con CSS3, costituisce uno strumento molto interessante per gestire lo spazio all’interno di un contenitore anche quando non si conoscano a priori le dimensioni dei box in esso contenuti.

L’aspetto più interessante che differenzia questa soluzione tecnica da quelle alternative (l’uso della proprietà float e della dichiarazione display: table-cell) è che tramite flexbox è possibile riordinare i box cambiandone la disposizione.

Per esaminare ad un primo livello di approfondimento flexbox, procederemo con una serie di esempi.

Inseriamo nella pagina un contenitore largo 450px con (inizialmente) tre box larghi 150px ciascuno, identificati dai numeri 1, 2 e 3 al loro interno.
Al contenitore è stata assegnata la classe .wrapper ed ai tre box al suo interno le classi: .primo, .secondo e .terzo.

Nel primo esempio, così come in quelli che seguono, il contenitore .wrapper ha tra le sue proprietà css la dichiarazione: display: flex; ed i box in esso contenuti assumono il comportamento di default, vale a dire si dispongono uno di fianco all’altro.

E’ possibile cambiare questa disposizione tramite la proprietà flex-direction che assume questi possibili valori: row (default), column, row-reverse e column-reverse.
Nel secondo esempio è stata usata la dichiarazione flex-direction: row-reverse; e nel terzo esempio la dichiarazione flex-direction: column-reverse; facendo sì che i box si dispongano rispettivamente su una riga partendo dall’ultimo e su una colonna, sempre partendo dall’ultimo.

Continua a leggere

Categorie
Archivi