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Il Blog di Instant Websites

Il Cliente ha sempre ragione … a volte

Nelle pagine mettiamo solo qualche riga tanto poi la gente ci chiama per avere informazioni

Nella prima pagina del sito mettiamo solo una foto e un pulsante per entrare

Qui mettiamo una bella scritta lampeggiante così viene notata

Quando il web designer ha a che fare con un cliente di dimensioni ridotte, che è poi quello tipico dei freelancer (quindi piccole aziende, professionisti, associazioni culturali e sportive ecc.) a volte si trova di fronte a richieste specifiche in contrasto con la tendenza prevalente nel web degli ultimi anni e/o controproducenti rispetto alle esigenze di una buona SEO (Search Engine Optimization, cioè ottimizzazione per i motori di ricerca).

Non si mette in discussione, in queste righe, il diritto del cliente di fornire indicazioni sulle sue preferenze con riferimento alla strutturazione del sito, ai colori ecc. bensì la sua ingerenza – parola forte ma calzante – nel richiedere o addirittura pretendere soluzioni che hanno l’effetto di danneggiare il sito sotto il profilo estetico e/o funzionale.

Un professionista serio, in questi casi, dovrà assumere il ruolo di consulente e spiegherà i motivi per i quali le richieste del cliente non sono opportune, fornendo nel contempo se possibile delle proposte alternative (“bastone e carota”, metaforicamente parlando).

Nella nostra esperienza ci sentiamo di dire che, nella maggior parte dei casi, spiegazioni fondate e motivate tendono a fare breccia e dissuadere il cliente dalle sue indicazioni.

Nel momento in cui, per fare un esempio, ho spiegato ai miei interlocutori che le scritte lampeggianti non si usano più perché possono scatenare crisi epilettiche nei soggetti che soffrono di tale patologia, non mi è MAI stato risposto “chi se ne importa” o “corriamo il rischio”. Di base però la mia motivazione non è stata “è una scelta pacchiana” o “non lo fa più nessuno” né ancora “distrae l’attenzione dall’insieme della pagina”, circostanze verissime ma che rischiano di essere viste come soggettive e dunque opinabili.

Ancora: nel momento in cui illustro l’esigenza di allestire una homepage che contenga una sintesi di tutti i contenuti del sito e che sia soggetta ad aggiornamenti, nell’interesse del SEO, raramente il cliente mi ha risposto cose del tipo “ma il sito del mio concorrente è fatto così” (e tu vai a guardare i crediti e leggi “copyright 2008” …) tranne negli sporadici casi in cui al cliente stesso non importasse nulla dell’indicizzazione, essendo il sito destinato solo ed esclusivamente ad esporre informazioni richieste dalla legge come ad esempio certificazioni e qualificazioni ottenute dall’azienda per l’esecuzione di lavori pubblici.

Non è tuttavia da escludere l’ipotesi in cui il cliente si intestardisca ed esiga che le cose siano fatte come da lui richiesto, anche se il web designer di turno sa che si tratta di un errore.
In quel caso … “il cliente ha sempre ragione“, è stato avvisato, peggio per lui: paga e ha diritto a ricevere quanto richiesto.

E avanti con il prossimo lavoro.

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